È un antica tradizione di teatro popolare, rappresentato per secoli da compagnie itineranti di contadini guidati dal Vecchio del Bruscello con in mano appunto il Bruscello ( cioè ramoscello), che passando nei posti frequentati da gente e quindi di podere in podere o nelle piazze o negli incroci o davanti alle Chiese all’uscita della Santa Messa, mettevano in scena la loro rappresentazione allo scopo di una questua per poter ottenere una cena per tutta la Compagnia.

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Rifacendosi probabilmente ai Madrigalisti o alla sacra rappresentazione di Jacopone da Todi, il Bruscello si trasforma nei secoli adeguandosi ai cambiamenti degli usi e dei costumi della società.
Il racconto in rima ed in canti è molto essenziale senza nulla concedere al superfluo: i pochi personaggi, hanno caratteristiche semplici e ben definite e lo stesso vale per i contenuti, per esempio amore, odio, passione, morte, gelosia, tradimento.
I Bruscellanti si susseguono nella narrazione sotto la guida del Vecchio del Bruscello che ne guida i tempi e gestisce la rappresentazione. L’abbigliamento è molto semplice e fatto con attrzzature improvvisate tipo elmi di latta e spade di legno. La gestualità del Bruscellante accompagna la sua voce ora stridula ora grave per imprimere maggiore espressività ed animosità alla narrazione.
Si è tramandato oralmente nei secoli nelle campagne fino ad arrivare ai giorni nostri ed oggi ha nella Rassegna del Bruscello Poliziano il suo momento di massima risonanza e spettacolarità.
La manifestazione si svolge logicamente a Montepulciano alla metà di agosto nel Sagrato della Cattedrale in Piazza Grande.

 

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